Carinthia.com: Prof. Dr. Schlögl, la Carinzia mira a diventare un leader dell’innovazione in alcuni settori. Quale potenziale vede per la regione nei prossimi cinque/dieci anni e quale sarà il ruolo dell’università in questo contesto?
Prof Dr. Peter Schlögl: La scienza crea le basi per l’innovazione. Quindi il suo compito è rendere possibili cose a cui non stiamo ancora pensando. Oltre alle innovazioni di prodotto, si può trattare anche di nuovi processi o modelli aziendali, ad esempio nel settore del legno come materia prima regionale o nel settore della microelettronica, per la quale la Carinzia è nota. L’approccio interdisciplinare è fondamentale in questo caso: a mio avviso, le soluzioni davvero valide ai principali problemi del nostro tempo emergono solo quando si uniscono prospettive diverse. E all’Università di Klagenfurt stiamo lavorando attivamente su tali soluzioni e approcci concettuali. Il nostro obiettivo è anche sensibilizzare gli studenti in merito a questo aspetto, di instillare in loro una sorta di spirito imprenditoriale e di promuovere una mentalità imprenditoriale.
In che modo l’Università di Klagenfurt e l’Università di Scienze Applicate della Carinzia supportano le aziende nelle sfide globali come la digitalizzazione, il cambiamento climatico e la carenza di lavoratori qualificati?
Prof Dr. Peter Schlögl: L’attività è molto varia e spazia da tesi di master o dissertazioni pratiche a grandi progetti di ricerca che contribuiscono alla diffusione sociale di una nuova idea, tecnologia o concetto. Abbiamo anche delle cattedre convenzionate con soggetti esterni, che portano le competenze scientifiche in contesti economici in modo mirato. Per quanto riguarda la digitalizzazione, stiamo lavorando su numerosi temi, siamo molto attivi nel campo dell’intelligenza artificiale e della tecnologia dei droni – e anche questo può avere interessanti risvolti pratici: ad esempio, in che modo i droni possono essere utili nella ricerca di persone scomparse o nella protezione dalle valanghe? Oltre alla teoria, si tratta anche di applicazioni concrete e benefici sociali.
Può fare un esempio di trasferimento di conoscenze all’economia?
Prof Dr. Peter Schlögl: Mi vengono in mente varie cose. Ne sono un esempio le tecnologie nel campo dello streaming video, nate e sviluppate presso la nostra università, che hanno portato a brevetti internazionali e persino a insediamenti fino a Palo Alto. Il progetto su larga scala, finanziato a livello federale, per rendere Klagenfurt neutrale dal punto di vista climatico, mostra anche come la scienza e la pratica possano collaborare per sviluppare soluzioni sostenibili. Diverse aziende municipalizzate, imprese, cittadini e gli organi politici responsabili stanno lavorando a stretto contatto con i ricercatori e stanno intraprendendo insieme il cammino verso un futuro a impatto zero sul clima. Il progetto ora non ha più sede solo a Klagenfurt, ma fa parte di una rete internazionale in cui sono rappresentate anche altre città che imparano le une dalle altre.
In che modo l’università facilita la collaborazione tra le aziende?
Prof Dr. Peter Schlögl: Attualmente stiamo sviluppando un quadro di cooperazione, che va dalla sponsorizzazione di specifiche aree tematiche all’organizzazione di progetti di ricerca o di formazione continua. Ad esempio, chiariamo importanti questioni relative alla proprietà intellettuale, alla protezione dei dati e ai segreti aziendali, al fine di organizzare la collaborazione in modo efficiente e trasparente. Stiamo quindi professionalizzando e sistematizzando la nostra struttura di servizi per stimolare, promuovere e facilitare ulteriormente la cooperazione tra scienza e industria.
Quali aree di ricerca sono particolarmente rilevanti per le aziende?
Prof Dr. Peter Schlögl: Le circa 1.500 persone che fanno ricerca, insegnano e amministrano all’Università di Klagenfurt costituiscono un mosaico variopinto di aree tematiche. In questo caso, mi riferisco all’informatica, all’IA e alla ricerca sui droni, ma anche ai processi di ricerca globale e partecipativa. Come università, guardiamo ai problemi da diverse angolazioni e contribuiamo a trovare soluzioni globali. Dopotutto, di solito è necessaria più di un’unica prospettiva per affrontare un problema sociale, una questione imprenditoriale o una sfida tecnologica. Questo approccio si riflette anche nei nostri progetti di ricerca e cooperazione. In generale, l’università potrebbe fornire una piattaforma in cui scienza, economia e politica possano sviluppare congiuntamente delle strategie. In altre parole, una sorta di arena dove gli attori principali possano incontrarsi e negoziare come procedere in futuro. Sono fermamente convinto che solo attraverso la riflessione e il dialogo congiunti possano emergere idee veramente valide, risultati socialmente solidi e, di conseguenza, processi efficaci. Consideriamo inoltre l’università come una sorta di aerovia, che permette di osservare da una prospettiva privilegiata ciò che accade nel mondo e di portarne gli sviluppi principali in Carinzia. In qualità di hub aperto sul mondo, vogliamo far coincidere lo sviluppo regionale e il dinamismo economico con i dibattiti internazionali.